Salt Peanuts recensisce il Cd Rinascimento

Tante volte per capire come andare avanti con la nostra vita abbiamo bisogno di guardare indietro, di trarre ispirazione da quello che ci ha formati. Ci rivolgiamo al nostro vissuto, cerchiamo quella nota, quella melodia che ci ha cambiato la vita. E se siete in Quinteto Porteño troverete il tango. Ma se siete sempre il Quinteto Porteño saprete far nascere da questa passione per il tango qualcosa di nuovo. Rinascimento, il loro ultimo album uscito per l’Alfa Music, ne è la prova. Nicola Milan all’accordeon, Daniele Labelli al pianoforte, Nicola Mansutti al violino, Roberto Colussi alla chitarra, Alessandro Turchet al contrabbasso hanno deciso di ripartire dal tango, quello bello e appassionato. Dal li parte la loro rinascita. Già dal primo brano ci si accorge di come il tango venga manipolato tra gli strumenti e che da essi ne esca fuori rinato a nuova vita, simile ma diverso da se stesso. Tanghi e canzoni popolari si mescolano al jazz, che trova nell’improvvisazione la sua casa insieme alla bravura di ogni singolo musicista. L’accordeon di Nicola Milan fa da voce lirica nell’esposizione dei temi di ogni brano, accompagnato dal violino e dal contrabbasso e tutti e tre riescono a ricreare quell’atmosfera che si può trovare tra le strade di Buenos Aires. Ma Rinascimento non è solo questo. Con arrangiamenti molto ben articolati, pieni di cambi tempo e spazi di espressione dove i temi escono fuori come dal nulla, ogni brano esprime liricità e sentimento. Una progressione verso l’apertura dei sentimenti e delle pulsioni che parte dal primo brano fino ad arrivare all’ultimo. Il sogno abbandonato con il piano e il contrabbasso che fanno da background al tema esposto all’unisono dal violino e dall’accordeon è uno dei brani più intensi dell’album. Parte quasi chiuso in se stesso per poi aprirsi con il cambio tempo dove dialogano piano, contrabbasso e violino con toni più sognanti e illusori, mantenendo comunque quel ritmo passionale e sanguigno che solo un tango può avere. Più giocosi e influenzati da ritmi e melodie balcaniche sono Tango 7 e Milonga de Porto. Rinascimento è l’espressione di come da qualcosa di ormai antico e radicato nelle nostre culture come il tango, ci possa essere una nuova rinascita, che sia essa culturale, musicale o anche sociale. Un album molto curato, intenso, che gioca con il tango e lo usa come mezzo di espressione e trasporto verso qualcosa di nuovo e con arrangiamenti sofisticati che fanno di ogni brano una scoperta. Nicola Milan è forte e passionale con l’accordeon, strumento per eccellenza del tango. Con la sua liricità esprime al meglio il tema in ogni brano, caratterizzandolo e facendolo entrare subito in testa. Daniele Labelli al piano è di grande espressione. Comunicativo soprattutto nei solo, sa portare quel tocco in più di jazz. Nicola Mansutti ha una grande tecnica e sa portare ogni nota agli estremi della voce del violino, fino quasi a straziarla, aggiungendo quel tocco lancinante al tango e rendendolo ancora più espressivo. Roberto Colussi alla chitarra riesce a dialogare bene con ogni musicista ed esprimersi al meglio in ogni solo, portando un elemento di novità in ogni brano. Alessandro Turchet è quello che crea l’atmosfera in ogni brano, sostenendo il gruppo e dirigendolo verso il clima che vuole creare. Bravissimo nei dialoghi con gli altri strumenti, specialmente con il pianoforte. Rinascimento è la dimostrazione che è da noi stessi che dobbiamo partire affinché qualcosa possa cambiare. Sanguigno come solo un tango può essere ma allo stesso tempo nuovo, rigenerato. È questa non può che essere la dimostrazione che attraverso la musica avvengono le rinascite migliori. 

Federica Di Bari per saltpeanutsjazz.wordpress.com